Alle origini di una Regione: la lunga storia amministrativa del Piemonte

Sergio Roda1

Il termine regione, a differenza ad esempio di quello di provincia, ha avuto nel tempo prevalentemente una connotazione geografica o fisica che definisce un’ampia porzione della superficie terrestre caratterizzata e distinta da alcuni elementi individuanti: la posizione geografica, la conformazione geologica, il clima e i fattori ambientali, il paesaggio, la flora e la fauna, ma anche caratteri storici, culturali e linguistici propri nonché quell’insieme di componenti sociali e sociologiche, comportamentali e di mentalità che possono essersi consolidate e fissate in continuità nel medesimo, determinato spazio territoriale. Siamo sempre e comunque nell’ambito di una connotazione geostorica che non implica necessariamente, anche se pone premesse logiche in tal senso, un corrispettivo amministrativo e politico. Ciò significa, per altro verso, che la delimitazione politico-amministrativa può di volta in volta – nella lunga durata della storia – coincidere con i confini geografici e fisici di una regione oppure scostarsi da essi conglobando aree esterne alla regione o accorpando più regioni in enti e unità istituzionali ampie ed articolate. Il contrappunto con cui regioni geofisiche e regioni amministrative si alternano o si combinano, insomma, non solo riflette come uno specchio fedele la vicenda storica, ma si configura come una delle spie più eloquenti sia delle crisi e delle trasformazioni che nel tempo hanno interessato gli stati sia della dialettica socio-antropologica e identitaria, in cui i popoli che quegli stati e quelle regioni abitano sono inevitabilmente coinvolti.

Analizzare i mutamenti di status amministrativo subiti nel corso dei secoli da una regione significa dunque meglio comprenderne il profilo storico, ripercorrerne più agevolmente le metamorfosi strutturali, cogliere evidenze documentarie sui legami relazionali fra comunità e popoli diversi, osservare le motivazioni più profonde, sociali e antropologiche, che sottendono alle dinamiche politiche e che si connettono – in un’azione di influsso reciproco tradotto spesso in agente moltiplicatore – con i moventi più strettamente politici e militari. Significa, in una parola, avviare un penetrante processo di consapevolezza che ci aiuta a conoscere (o nel caso a disconoscere) radici e concause dell’evoluzione che ha portato alla configurazione geografica, politica, sociale ed etno-culturale di oggi, e dunque a meglio interagire con il presente, in spirito critico e senza dogmatismi identitari alimentati da invenzioni della tradizione ma invalidati dalle geometrie variabili della storia oltre che squalificati sul piano scientifico.

 

La storia della regione Piemonte può essere da questo punto di vista sicuramente emblematica. Si tratta di ripercorrerne le vicende dall’incerta realtà preromana fino alla moderna dimensione amministrativa definita dall’articolo 131 e dal titolo V della Costituzione italiana, passando attraverso i mutamenti epocali della conquista romana e della romanizzazione, del riordino tardoantico, delle dominazioni germaniche, delle incursione ungare e saracene del IX-X secolo, dell’articolazione in marche e contee e della provvisoria e parziale riunificazione di Olderico Manfredi nel secolo XI, la cui figlia Adelaide, marchesa di Torino e Susa, sposando Oddone di Savoia figlio di Umberto Biancamano diede inizio al lento, tortuoso, arduo, secolare processo di aggregazione della regione sotto il controllo dei Savoia nei difficili equilibri della politica europea tra medioevo ed età moderna, per giungere infine al ruolo guida del Piemonte sia nelle vicende risorgimentali e della prima Italia unità sia nella trasformazione e nello sviluppo industriale dell’economia italiana tra fine ottocento e novecento sia nella evoluzione sociale e culturale del secolo breve prima e dopo le due guerre mondiali. Un lungo e accidentato percorso di vicende alternativamente luminose e oscure, che ha visto la regione crescere o ridursi in termini territoriali, demografici e politici, ma svolgere sempre e in ogni caso una funzione determinata che in buona misura continua a motivarne i significativi ed importanti tratti di singolarità.

Sulla base di tali considerazioni e per le motivazioni che abbiamo appena esposte, il “Piemonte delle Autonomie” avvia con questo numero una serie di contributi che hanno lo specifico obiettivo di illustrare, accompagnandola nel continuum storico fino ai giorni nostri, l’evoluzione amministrativa della regione subalpina e alpina occidentale che oggi chiamiamo Piemonte.

1 Professore ordinario di Storia romana presso l’Università degli Studi di Torino.